Il tempo del sogno che si avvera....
Un viaggio indimenticabile e la scoperta di una terra
aspra e generosa.
Il mio mondo di OZ, raccontato con gli occhi del cuore.

sabato 5 giugno 2010

Kakadu National Park

Affamati di conoscenza su questo popolo di cui così poco conosciamo e che ha dovuto patire pesantemente la presenza dell’uomo bianco nelle terre in cui vivono da migliaia di anni, approfittiamo del fatto che al Kakadu le attività sono organizzate anche in questo senso e visitiamo nella prima parte della mattina il Warradian Aboriginal Cultural Centre che espone in modo abbastanza approfondito la storia delle tradizioni e degli usi degli aborigeni nativi di questa zona, dedicando spazio alle storie della creazione, al cibo del bush, agli utensili per cacciare e raccogliere il cibo, alle medicine naturali, all’arte ed alle leggi che regolano i rapporti fra le varie tribù.
Molto interessante è il sistema tradizionale di cui già ci aveva narrato la guida a Monkey Mia per evitare il problema di generare figli malati per via di matrimoni fra consanguinei, che prevede che i membri maschili di una tribù possano sposare membri femminili di alcune altre tribù ben identificate, al punto che un eventuale matrimonio fra persone dello stesso gruppo è considerato tabù e soggetto a punizioni esemplari.
Nei Territori del Nord vi sono sostanzialmente due stagioni, quella umida e la secca, ma i Bininj/Mungguy riconoscono sei differenti stagioni, classificate sulla base dei cambiamenti climatici dei vari periodi dell’anno e tenendo conto dei momenti di transizione fra una stagione e l’altra.
Noi siamo ora all’inizio della Dry Season e più in particolare nello Yegge, che va da maggio a metà giugno, in cui fa relativamente fresco (25-28°) e vi è bassa umidità.
In questo periodo dell’anno gli aborigeni tradizionalmente cominciavano a bruciare ampie zone di foresta per "ripulire" ed incoraggiare la crescita di nuovi pascoli; notiamo con piacere che questo sistema è ancora ampiamente diffuso all’interno del parco, e spesso ci capiterà di attraversare zone di fuoco controllato o di osservare colonne di fumo lontane dall’odore penetrante. Io immagino questi uomini che vigilano con antica sapienza per preservare il territorio e rinnovarlo con sistemi naturali e vorrei che questa stessa attenzione fosse adottata dai popoli cosiddetti “civilizzati” che non riescono a gestire parchi di dimensioni ridicole se paragonate a quelli australiani e mandano letteralmente in fumo ogni anno per incuria o peggio per calcolato disegno migliaia di ettari di bosco.
Tornando alla stagione in cui siamo, si nota benissimo che la stagione umida (Wet) è da poco terminata: il mattino porta ancora foschie ed umidità ma l’aria comincia a seccarsi e paludi e cascate, sebbene ancora ingrossate dalle forti piogge, vedono velocemente diminuire la portata d’acqua. Le strade sono quasi tutte aperte, e la flora è rigogliosa e verde, dissetata dalle benefiche alluvioni nelle pianure.
Presto tutto seccherà lasciando pozze e billabong asciutti.
L’unica strada ancora non accessibile del parco è quella per le famose cascate, Twin Falls e Jim Jim Falls, e pertanto ci perdiamo questo gioiellino, per fortuna siamo stati a Litchfield e ci siamo goduti ugualmente cascate e bagno!
Finalmente ci dedichiamo alla straordinaria bellezza di questa galleria d’arte a cielo aperto che è il parco.
La sensazione che da la roccia che affiora prominente dal mare di bosco sottostante creando un altopiano di arenaria rossa con venature arancioni, nere e bianche e ricade in gradoni ampi e lisci, è di trovarsi in un riparo accogliente dai pericoli di una foresta fonte di vita ma anche piena di rischi.
Qui si capisce come, nelle grotte naturali, al riparo dalle intemperie della pioggia torrenziale o del caldo torrido delle varie stagioni, gli abitanti trovassero ispirazione per raccontare storie di caccia e di magia, utilizzando le pareti di roccia come tela e ocre di diverse tonalità come colori.
Nourlangie Rock è un’ area di interessanti siti d’arte rupestre che narrano le storie del Dreaming Time con leggende crudeli come quella che racconta dello spirito Nabulwinjbulwinj, che uccide e mangia le donne, con attributi sessuali ben in mostra e colori nitidi (forse per effetto della ricolorazione effettuata negli anni 70?) o quella della fine di una povera ragazza a causa della quale lo spirito Namondjok ha rotto i legami di consanguinei (essendo la sorella) o dello spirito Namarrgon o "Lightning Man" personaggio molto importante per gli aborigeni considerato che questa è la zona al mondo dove nel periodo delle pioggie cade il maggior numero di fulmini, circa 5000.
Ma è ad Ubirr che le grotte regalano un tripudio di dipinti che lasciano senza fiato per la bellezza e la varietà di forme rappresentate e di colori: canguri, emù, pesci, coccodrilli e tartarughe, scene di caccia, miti, sogni ed insegnamenti tramandati dai vecchi ai giovani come patrimonio per la conservazione delle tradizioni e dei miti ancestrali.
Salendo dalla grotta principale di questo sito si arriva ad un altopiano che domina la sottostante pianura alluvionale e guarda alle lontane terre dell’Arnehm Land, grande come il Portogallo e inaccessibile senza un permesso rilasciato dagli abitanti originari, che si sono ritagliati uno spazio indipendente per contrastare l’invasione turistica e vivere in armonia con le loro usanze in un misto che dicono essere di tradizione e modernità.
Centinaia di persone, poco alla volta, si radunano quassù, a 250 m. di altezza per godere di questa vista impagabile e salutare il sole che cala in lontananza, lasciando spazio alla prossima notte.
E la notte, dal buio impenetrabile e misterioso, rotto ogni tanto da bagliori di fuoco che brucia silenzioso, è un manto che avvolge ogni cosa e ristora dalle fatiche della lunga giornata.
Sono rare le volte che abbiamo guidato dopo il tramonto, per paura di investire gli animali che si affacciano improvvisi ai bordi della strada, ma anche questa volta siamo fortunati ed evitiamo questa tristissima e pericolosa esperienza, e rientriamo in campeggio per una cena veloce ed un sonno ristoratore. Lontano si rincorrono richiami di dingo e uccelli notturni.

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