Il tempo del sogno che si avvera....
Un viaggio indimenticabile e la scoperta di una terra
aspra e generosa.
Il mio mondo di OZ, raccontato con gli occhi del cuore.

venerdì 4 giugno 2010

Kakadu National Park : Adelaide River, Bowali Visitor Information Centre e Yellow Water

La bellezza di questo parco, il più grande di tutta l’Australia, grande come il Veneto e parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, è indescrivibile sia per la ricchezza di bellezze naturali, sia per il senso di rispetto e ammirazione per la forte presenza della antica cultura aborigena della popolazione originaria, i Bininj, che sono finalmente tornati proprietari di queste terre magiche e sconfinate e lo gestiscono congiuntamente con il Governo australiano.
“People need to come here and relax, sit on the country, feel the spirits of this country and go home and feel the same way.”
Di primo mattino siamo già sulle rive dell’Adelaide River.
Nonostante abbiamo visto coccodrilli in diverse occasioni decidiamo di partecipare alla famosa “Jumping Crocodiles Cruise” a bordo di un barcone, che sebbene sia un po’ come assistere ad uno spettacolo da circo, permette di osservare queste enormi bestie in acrobazie e salti per acciuffare pezzi di carne appesi ad una canna. Ancora una volta restiamo stupiti dalla potenza di questi rettili per il modo di utilizzare la coda che serve da leva per i salti a fauci aperte. Non mancano mai la preda, e nel salto si protendono per quasi tutta la loro lunghezza fuori dall’acqua, mostrandosi ai nostri occhi in tutta la loro mostruosità.
Al pasto partecipano anche numerose aquile, che acchiappano i bocconi di carne al volo con la maestosità che sempre le contraddistingue.
Muoversi all’interno del parco richiede tempi notevoli, e nei prossimi due giorni campeggeremo nel cuore del Kakadu, al Gagudju Lodge Cooinda percorrendo centinaia di chilometri per visitare i siti d’arte rupestre presenti in questa zona, osservare innumerevoli animali e piante ed ammirare gli scenari mozzafiato che si godono dall’altopiano dell’Arnehm Land.
Nel tardo pomeriggio, dopo una interessante raccolta di informazioni utili e di conoscenze delle antiche tradizioni e delle numerose specie presenti nel parco presso il Bowali Visitor Information Centre partecipiamo ad un’altra uscita in barca sul South Alligator River (Yellow Water), crociera in mezzo ad un tappeto ninfee e gigli d’acqua per avvistare, oltre agli ormai soliti enormi coccodrilli, il più grande numero di uccelli acquatici che io abbia mai visto.
Oche gazze enormi, colonie di rumorose anatre, aironi, ibis, gru, piccolissimi pitta arcobaleno, aquile di fiume e cicogne jabiru, il cui nome deriva dal portoghese e significa “cicogna collonero” ma che gli abitanti del bush chiamano “uccello poliziotto” perché sembra che stiano sempre di guardia.
Nella spiegazione in inglese (di cui comprendo circa la metà) fatta dalla guida sugli animali via via avvistati mi “perdo” il nome di un curioso uccello piccolo e molto colorato (forse jacana?) che ha la particolarità di avere zampe grigio-dorate con dita così lunghe da permettere di distribuire il peso del corpo in modo da poter camminare sulla vegetazione acquatica.
E’ l’ora in cui gli uccelli si avvicinano alle sponde per procurarsi il cibo, i versi chiassosi ed i colori si confondono in una meravigliosa sensazione di pace infinita al momento del tramonto, cui assistiamo in silenzio, a barca ferma, rapiti ed emozionati.
Di ritorno quando è ormai buio in campeggio, ci aspetta l’ennesima insperata sorpresa: i dingo!
Dopo averne udito il richiamo, ci accorgiamo di un paio di dingo che si muovono veloci a capo chino fra la zona delle cucine comuni e i bordi del campeggio incuranti delle persone. Sono animali strani, di colore biondo, con il pelo raso e dall’aspetto di cane, dal comportamento da lupo o iena, con il sedere più basso delle spalle ed il collo allungato, la testa bassa che annusa continuamente.
I versi che risuonano in lontananza sono un tantino inquietanti, ma Laura che vuol fumarsi una sigarettina in santa pace, siede fuori dal camper tranquilla, ignara di avere invisibile compagnia a fianco fino a quando il dingo non emette una risposta ai richiami dei suoi compagni, facendo letteralmente saltare sulla sedia la malcapitata. Mi precipito fuori dal camper, ma il dingo semplicemente si alza dal posteriore su cui sedeva e se ne va verso il buio misterioso da dove è venuto.

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