Il tempo del sogno che si avvera....
Un viaggio indimenticabile e la scoperta di una terra
aspra e generosa.
Il mio mondo di OZ, raccontato con gli occhi del cuore.

mercoledì 19 maggio 2010

Monkey Mia

Siamo al Monkey Mia Dolphin Resort, il primo posto affollato che frequentiamo da quando siamo partiti.
Il campeggio è pieno di turisti di tutto il mondo e di tutte le età, si viaggia in moto, in auto, in caravan, in attrezzatissimi fuoristrada e van che si allungano e allargano in ogni direzione quando sono fermi, organizzatissimi per tours da migliaia di chilometri!

….. Bello! Non ho ancora detto che la gente in Oz è fantastica, tutti scambiano due parole quando ti incontrano (How’re you going? Have a good day!), mentre viaggi, lungo la strada è simpatico fare un cenno con la mano per salutare i viaggiatori sulla corsia opposta alla tua.
Tutti sorridono e salutano (tranne i francesi, dice Freddy).

…..Bello! Sei solo e non ti senti mai solo.

Possiamo finalmente rilassarci un po’, ci fermiamo due notti e facciamo vita da turisti.

Freddy ha preparato un gran ragout di carne e ci esibiamo in una memorabile pasta che secondo me tutti ci invidiano (generalmente glia altri mangiano schifezze orribili con odori di burro strafritto accompagnato da brodaglie informi molto cipollose).
Che siamo “italians” lo capiscono però anche dal pile che indossa Daniele alla sera “Torino 2006”….Grande!

Avevamo visto gli emù ed i canguri nei giorni scorsi, ma qui al camping ci sono due emù stanziali che fanno visita ai campeggiatori in cerca di cibo…. Davvero grossi, brutti e sgraziati, hanno uno sguardo che qualcuno definisce “attento” ma a me sembra solo poco furbo, in compenso sono velocissimi ad acchiappare il cibo, e Mario si è visto volar via in un attimo dal piatto il bacon che stava mangiando!



Questa sera il cielo è una meraviglia. Il vento pomeridiano ha spazzato via tutte le nuvole e uno spicchio di luna illumina il mare.

Tutte queste stelle in cielo non le vedevo da anni, la via lattea è lì, immensa, bianchissima e scintillante, e qui c’è una pace che rende felici.

Domani sarà una grande giornata, e Federico compirà 22 anni.

20 maggio 2010.





Se è difficile imprimere nelle foto la bellezza di quello che ci circonda e che vediamo, altrettanto lo è scrivere e raccontare cosa si prova. Conosco molte parole, ma ancora me ne mancano, e mi spiace non riuscire a dirvi quanto tutto sia meraviglioso qui.

Ore 7, appuntamento con i delfini.

Ho sempre pensato che il legame fra uomo e delfino abbia qualcosa di magico, e incontrarli finalmente da vicino mi procura un’emozione che fa tremare anche la macchina fotografica che ho nelle mani con cui cerco di scattare foto inutili ed inespressive.
Tremo per l’emozione, e allora smetto di fotografare, e osservo.

Loro ti guardano, TI GUARDANO, e ti SORRIDONO, davvero!

Sono bellissimi, oggi ne arrivano sette, c’è una madre e due piccoli, e uno lo vedo prendere il latte dalle mammelle.

Quello che è comunque uno spettacolo organizzato per i turisti da ranger e volontari del parco in questa zona in cui i delfini vengono spontaneamente a riva fin dagli anni ’60 del 900, non ha gusto di artificiosità.
E’ vero, i delfini sono attirati dal pesce che viene loro offerto, ma sono anche liberi di andare e venire come vogliono, e così fanno.
Questa mattina restano a lungo, sembra non vogliano perdersi la nostra compagnia, si allontanano e tornano ancora a riva, poi ti osservano con uno sguardo amichevole e sereno.
Fanno anche un poco di spettacolo, e si mettono in buffe pose per noi….

Poi tornano all’oceano da cui provengono.

Sono la rappresentazione più riuscita in natura di bellezza e armonia, di pace e fiducia.

Non li dimenticherò mai.

Le lunghissime spiagge di conchiglia di un tenue color rosa invitano ad una lunga pausa di assoluto relax.

Finalmente fa caldo e il sole scalda la pelle arrossandola piacevolmente.


L’acqua del mare è un poco fredda, ma a mezzogiorno è piacevole bagnarsi.
All’apparenza il fondo sembra poco interessante, ma basta lasciare il tempo alla sabbia mossa dai piedi di depositarsi per scoprire che è pieno di vita.
Pescetti, anemoni e formazioni di ostriche in cui dimorano paguri e pesciolini, alghe e coralli.

Poi, sdraiata sulla spiaggia ad occhi chiusi, percepisco nell’aria un notevole movimento di battito d’ali, e sul momento penso a qualche cormorano che ho visto prima posarsi sull’acqua, ma ad un tratto realizzo che deve trattarsi di un grosso animale, e aprendo gli occhi vedo tre grossi pellicani che stanno raggiungendo una barca di ritorno da pesca.
Li osservo da vicino, non sono affatto impauriti o aggressivi, anche se il loro grosso becco invita alla prudenza, hanno piume bianche e nere ed un bellissimo becco giallo.
Buon appetito, ragazzi!

Dopo il tramonto partecipiamo ad una passeggiata nel bush con una guida aborigena della tribù dei Malgana, gli antichi nativi della zona, che ci racconta in modo molto suggestivo attorno ad un falò dove mette a cuocere un paio di grossi pesci che ci farà poi assaggiare, e inframezzando le parole con il suono di un didgeridoo, cosa significhi essere un Malgana, quali sono le credenze spirituali del popolo aborigeno, i riti e le tradizioni.
Inspiriamo profondamente il profumo intenso del legno di sandalo sul fuoco affinchè ci benefici del suo potere curativo e ci avvicini ad una percezione che è fatta di “sentire” più che di “vedere”.
Bisogna sentire la terra, raccoglierla nel palmo delle mani e fregandola lasciarla ricadere al suolo, ringraziandola di accoglierci. Questo è il saluto che ognuno deve alla terra che lo ha ospitato.
Alla terra nulla deve essere sottratto, perchè causerebbe la distruzione dell’intero mondo.
Il serpente arcobaleno al tempo del sogno ha creato ogni cosa in un lungo cammino che ogni aborigeno deve ripercorrere più volte nella vita come prescritto dagli antenati del proprio popolo affinchè questo equilibrio della creazione possa mantenersi.

La nostra guida disegna mappe e linee sulla terra rossa davanti al fuoco con un lungo bastone, racconta e poi cancella sempre tutto.

Scrive infine

E U R

Che sta per hEre yoU aRe

Ma anche per

Education

Understanding
Respect.

Ringrazio la terra per essere qui.






Qui le serate terminano alle 10, la vita del viaggiatore richiede levatacce mattutine, ma questa sera è speciale, Federico non avrebbe mai pensato di festeggiare il suo ventiduesimo compleanno con una “torta” di Tim Tam (i biscotti più famosi in AU) con tanto di candeline. Compleanno da australiano vero!

Kalbarri – Monkey Mia

Fatto! Partiti prestissimo, sveglia che fuori è ancora buio, abluzioni mattutine, colazione e…..VIA!
Di nuovo “on the road”, come esperti viaggiatori, ehi ragazzi siamo forti, eh? Guarda, i canguri! Ehhh!










Vai, vai, guida, guida…. E il gasolio scende, scende, 3 tacche sul livello,
2, 1 …..dove sarà la prima roadhouse per fare il pieno?
Troppo lontano per noi, non ce la faremo, ed ora?

“Don’t worry guys, in Australia tutto si aggiusta”, dice il saggio Freddy, che si dimostra ancora una volta all’altezza della situazione.

Ci fermiamo alla prima zona di sosta attrezzata a lato strada dove altri camperisti e viaggiatori in fuoristrada sono in pausa e Freddy fa un giro per chiedere se qualcuno ha del gasolio da venderci.
Qui i viaggiatori accorti in fuoristrada hanno spesso taniche supplementari al seguito, ma al momento nessuno è così attrezzato. Siamo comunque fortunati, con una bottiglia e un pezzo di tubo tagliato dalla gomma per il carico dell’acqua in dotazione al camper “ciucciamo” 5 litri di gasolio dal serbatoio di un camper di un gentile gruppo di persone che ci permetterà di arrivare al Billabong Roadhouse …. Che paura! Si può essere più polli di noi?
L’avevo letto mille volte che bisogna essere attenti e fare spesso rifornimento, ma questo motore beve come una spugna!













Ci godiamo le tappe del viaggio previste per la giornata:

Hamelin Pool, sembra di arrivare nel nulla, in un posto che si è fermato nel tempo.
Il Postmaster & Telegraph Office è esattamente come alla fine dell’800, anni in cui è stato costruito, e Hamelin Pool, con le sue colonie di questi strani organismi viventi chiamati stromatoliti, che sembrano normalissime rocce, ha solo qualche miliardo di anni!
Tutto è fermo, non c’è un filo di vento, solo uccellini colorati e il rumore dei nostri passi sulla spiaggia di conchiglie che formano uno spessore fino a 10 metri e che è stata utilizzata anticamente come cava da cui ricavare blocchi di mattoni di conchiglia cementati dall’acqua piovana.

Shell Beach, poco più avanti: siamo sulla terra o sulla luna?
Mi sento come una viaggiatrice del castello errante di Howl, tempo e spazio non contano.
Quello che percepisco in modo fortissimo è che io sono qui, ora e per sempre, come una piccolissima scheggia che fa parte del tutto.

My connection to this land is getting stronger and J feel it!

Comincio a sentire il bisogno di toccare la terra, sentirla sotto I piedi, odorare I profumi intensi e delicati allo stesso tempo del mare, degli animali e delle erbe che mi circondano.
Ascolto e ringrazio di essere qui.



A Eagle Bluff, un promontorio di roccia rossa e frastagliata a strapiombo sul mare di Shark Bay avvistiamo squali di piccole dimensioni e delfini che nuotano nelle acque calme e godiamo di una vista della costa indimenticabile.

Sul sentiero dove sto camminando (qui ci sono sempre sentieri e strade sterrate), ad un certo punto vengo letteralmente spostata e quasi sollevata da Freddy che mi dice di fare attenzione…. Sto quasi calpestando un serpentello piccole e all’apparenza innocuo.


“Gli australiani dicono che i serpenti piccoli sono fra i più pericolosi” dice il “Mate”. Grazie, Fre!