Il tempo del sogno che si avvera....
Un viaggio indimenticabile e la scoperta di una terra
aspra e generosa.
Il mio mondo di OZ, raccontato con gli occhi del cuore.

lunedì 7 giugno 2010

Cairns

Questa giornata sarà lunghissima:siamo svegli alle 2 del mattino per prendere il volo delle 5 per Cairns.
Ci spostiamo sulla costa orientale dell’Australia per scoprire la bellezza della foresta pluviale a nord di Cairns e il magico mondo sommerso della barriera corallina.
Dall’aereo osservo rapita la linea di costa da Cooktown a Cairns, verdissima, lussureggiante, un fitto bosco ininterrotto e lunghe lingue di spiaggia delimitate da promontori e larghe foci di fiumi fangosi dal colore verde/marrone.
Mentre planiamo verso Cairns posso ammirare a distanza ravvicinata i fondali della barriera corallina dall’acqua chiara e dai colori dello smeraldo e del turchese, e i miei occhi sono incantati da tanta bellezza, poi nel volo verso la terra ecco i pennacchi colorati di un grigio-lilla delle enormi distese di campi di canna da zucchero, che non avevo mai visto prima.
E ancora: verde intenso, giallo, azzurro, turchese, smeraldo, bianco …. che diversa varietà di colori rispetto alle tante tonalità di rosso e marrone della terra del West Australia!
Troviamo un clima caldo ma decisamente più umido rispetto alla costa ovest. Il cielo è sormontato da nubi bianchissime che non scoprono quasi mai la cima dei monti subito dietro la costa. L’aria è leggera.
Un poco “cotti” per aver praticamente saltato una notte, trascorriamo qualche ora a Cairns prima di poter ritirare l’auto noleggiata per gli spostamenti dei prossimi sei giorni. Approfittiamo per prenotare l’escursione alla barriera corallina di domani, bighelloniamo senza molta energia per Cairns e poi, una volta in macchina, ci dirigiamo verso Kuranda, “Village in the rainforest” come recita la brochure di presentazione.
La naturale attrazione della foresta pluviale, accessibile attraverso diversi percorsi suggestivi che ti trasportano all’improvviso al paradiso della primordiale avventura umana, e l’incanto delle imponenti cascate (Barron Falls) sono state negli anni ‘60 rivitalizzate dallo sviluppo di un villaggio fondato da un gruppo di hippies. I mercatini del villaggio sono ormai famosissimi e attirano un grande numero di turisti “mordi e fuggi”. Molti utilizzano un trenino piuttosto folcloristico che percorre la foresta e fa fermate nei punti panoramici più suggestivi, noi preferiamo usare l’auto per raggiungere il villaggio e non essere legati agli orari piuttosto rigidi del trenino e percorriamo un paio di itinerari a piedi per arrivare fino alle cascate, che durante la stagione umida devono essere temibilissime, come posso notare dalle foto esposte nel villaggio.
Nessuno può immaginare cosa sia la foresta pluviale finchè non c’è dentro: un sottobosco caldo e umido come un ospitale ventre popolato di piante che hanno un aspetto gigantesco, liane che si arrampicano da ogni dove, tronchi enormi dalle radici lunghissime e rami con la missione di raggiungere la luce lontanissima lassù, che qua tutto vive in penombra.
Peccato che i numerosi animali della zona siano visibili solo all’interno di zoo… decidiamo che dopo aver incontrato così tante creature in libertà non vale la pena di vederle nei recinti, e pazienza se non vedremo i famosi koala!
Dopo 22 giorni di camper, il programma di viaggio prevede che queste ultime cinque notti siano da favola: nelle mie ricerche in internet ero rimasta letteralmente affascinata da un resort situato dentro, proprio dentro la foresta, ed avevo deciso che ad ogni costo ci saremmo concessi un paio di notti in questo posto da sogno. Come al solito i chilometri da percorrere sono molti, e dopo strade, stradine e addirittura un ferry boat per attraversare un fiume arriviamo al Daintree Wilderness Lodge, nella zona di Cape Tribulation.
L’accoglienza da parte dei proprietari del resort è veramente simpatica, ancor prima di mostrarci la nostra sistemazione per la notte ci indicano le foto degli animali della zona con le date di avvistamento….. uccelli, serpenti, rane e chi più ne ha più ne metta; salutiamo anche un bel dragone che vive sul tronco di un albero e alcuni ragni molto interessanti che tessono le loro fitte tele incessantemente. Che bella sorpresa!
Dalla zona comune dove si trova un ampio spazio che serve da ristorante e da salotto si accede ad una piscina nella foresta e, attraverso passerelle in legno rialzate da terra si arriva alle stanze, appartate e graziosissime, costruite in legno ma con il tetto e le pareti con ampie vetrate che permettono di ammirare la foresta comodamente sdraiati sul letto!
C’è molta attenzione per la natura nelle scelte energetiche per fornire i comfort, e si rinuncia volentieri a condizionatori, sostituiti da ventilatori a pale sul soffitto, ad asciugacapelli e altre cose superflue. L’umidità è elevatissima, ma il posto è incantevole.
Sembra di essere nel bel mezzo di una favola, ma qui non puoi aspettarti di veder sbucare il lupo dal bosco, casomai sarà facile imbattersi in un casuario, che è una creatura misteriosa e rara, affatto socievole e un poco aggressiva. E’ un grosso uccello simile ad un emù che può raggiungere i due metri di altezza dal portamento goffo, dalle piume nere ma con un collo di color turchese e dalla cresta colorata. Qui ce n’è uno che fa visita al resort ogni tanto, si chiama Fred, ed è stato avvistato solo ieri vicino alla piscina.
Dato che una bestia simile manca all’inventario dei nostri avvistamenti dichiariamo aperta la gara a chi primo lo scorge!
Pur non avendo prenotato, lo chef del resort ci prepara una cena deliziosa innaffiata da un ottimo vino australiano. Il resto della serata lo trascorriamo ad osservare rapiti la bellezza di questo luogo sospeso in una dimensione magica, fra il buio della foresta interrotto da luci fioche e soffuse, programmando le gite dei prossimi giorni.

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